Scandalo nel Ravennate: 66enne denunciata per truffa colossale allo Stato – Dieci anni di pensione indebita!

2025-08-19
Scandalo nel Ravennate: 66enne denunciata per truffa colossale allo Stato – Dieci anni di pensione indebita!
Ravenna&Dintorni

Ravena, Italia – Una vicenda sconvolgente è stata svelata dalla Guardia di Finanza nel Ravennate: una donna di 66 anni è stata denunciata per truffa aggravata allo Stato, in seguito a un'indagine che ha rivelato un inganno durato ben dieci anni. L'accusa principale riguarda la percezione indebita della pensione sociale di anzianità della madre, dopo la sua scomparsa.

L'indagine, meticolosamente condotta dai militari del Corpo delle Riserve e della Biodiversità Marina di Marina di Ravenna, ha portato alla luce un quadro preoccupante. La donna, residente nel territorio ravennate, avrebbe presentato false certificazioni comprovanti l'esistenza in vita della madre, consentendole di incassare ingenti somme di denaro a danno dello Stato. Si tratta di una truffa particolarmente grave, data la durata prolungata dell'inganno e la natura dei fondi pubblici utilizzati.

Il meccanismo della truffa

Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, la donna, dopo la data del decesso della madre, continuava a presentare documenti falsi agli enti competenti, attestando erroneamente che la pensionata fosse ancora in vita. Questi documenti, abilmente contraffatti, hanno permesso alla donna di percepire regolarmente la pensione sociale di anzianità per un decennio, accumulando una somma considerevole a spese dello Stato e di tutti i contribuenti italiani.

Le indagini e le conseguenze

La Guardia di Finanza, insospettita da alcune anomalie nei flussi di pagamento, ha avviato un'indagine approfondita che ha portato alla luce la verità. Le verifiche hanno confermato la falsità delle certificazioni presentate e l'effettiva data del decesso della madre. La donna è ora accusata di truffa aggravata allo Stato e falsità ideologica, reati che prevedono pene severe.

L'episodio solleva interrogativi significativi sui controlli e sui meccanismi di verifica dei dati anagrafici degli erogatori di prestazioni sociali. La vicenda dimostra, ancora una volta, l'importanza di un sistema di controlli rigorosi per prevenire abusi e frodi ai danni della collettività.

Le prossime mosse

L'inchiesta è ancora in corso e gli inquirenti stanno lavorando per quantificare l'esatta somma sottratta allo Stato. La donna, oltre alla denuncia penale, dovrà rispondere del risarcimento del danno patrimoniale arrecato all'erario. Il caso è destinato a scuotere la comunità locale e a riaccendere il dibattito sulla necessità di rafforzare i controlli per contrastare la criminalità finanziaria e la truffa ai danni dello Stato.

La Guardia di Finanza continua a svolgere un ruolo fondamentale nella lotta alla criminalità economica, proteggendo il patrimonio pubblico e garantendo l'equità del sistema di welfare.

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