Addio Jan-Erik Olsson: Il Rapitore che Scatenò la Sindrome di Stoccolma, una Storia Incredibile

2025-06-27
Addio Jan-Erik Olsson: Il Rapitore che Scatenò la Sindrome di Stoccolma, una Storia Incredibile
Ansa

Roma, 27 giugno - Un capitolo si chiude nella storia criminale svedese e mondiale: Jan-Erik Olsson, uno dei due protagonisti del rapimento che ha coniato il termine “sindrome di Stoccolma”, si è spento all'età di 78 anni. La notizia, diffusa dalla sua famiglia, riapre le ferite di un evento che ha sconvolto la Svezia nel 1973 e che ha lasciato un segno indelebile nel campo della psicologia e della criminologia.

Un Rapimento Inatteso e le Sue Conseguenze

Il 23 agosto 1973, Olsson, un criminale con precedenti, irruppe in una banca di Stoccolma, la Kreditbanken, prendendo in ostaggio quattro impiegati. Insieme a un altro complice, Clark Olofsson, Olsson mantenne gli ostaggi per sei giorni, dando vita a una situazione paradossale e inaspettata. Contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, gli ostaggi iniziarono a sviluppare un legame emotivo con i loro rapitori, difendendoli persino dalla polizia e dalle forze dell'ordine. Questo comportamento inusuale, che vedeva gli ostaggi proteggere i loro carcerieri, fu poi definito come “sindrome di Stoccolma” dallo psicologo Nils Bejerot, consulente della polizia durante la crisi.

La Nascita di un Termine Psicologico

La sindrome di Stoccolma, così battezzata in riferimento all'evento di Stoccolma, descrive una risposta psicologica complessa in cui gli ostaggi sviluppano sentimenti positivi verso i loro rapitori, arrivando a identificarsi con loro e a simpatizzare con le loro cause. Questo fenomeno, che può manifestarsi in situazioni di sequestro, abuso domestico o prigionia, è stato oggetto di numerosi studi e analisi psicologiche. Si ritiene che la sindrome sia un meccanismo di difesa inconscio, volto a ridurre l'ansia e la paura in una situazione di estremo pericolo. Gli ostaggi, sentendosi impotenti e incapaci di fuggire, cercano di stabilire un rapporto con i rapitori per aumentare le loro possibilità di sopravvivenza.

Jan-Erik Olsson: Una Vita al Margine della Legge

Jan-Erik Olsson, nato a Stoccolma nel 1944, aveva già una lunga storia di reati alle spalle, tra cui furti, rapine e aggressioni. Il rapimento della Kreditbanken fu solo l'ultimo di una serie di crimini che lo avevano reso noto alle cronache svedesi. Dopo la sua cattura, Olsson fu condannato a numerosi anni di reclusione, ma la sua figura rimase legata per sempre al rapimento che aveva dato origine alla sindrome di Stoccolma.

Un'Eredità Psicologica e Sociale

La morte di Jan-Erik Olsson segna la fine di un'era e riaccende i riflettori su un evento che ha profondamente influenzato la comprensione della psicologia umana in situazioni estreme. La sindrome di Stoccolma continua a essere studiata e analizzata da psicologi e criminologi di tutto il mondo, e la storia del rapimento della Kreditbanken rimane un esempio emblematico di come il comportamento umano possa essere influenzato da circostanze straordinarie. La sua eredità, oltre a essere legata alla criminalità, è indissolubilmente connessa a un concetto psicologico che ha cambiato il modo in cui comprendiamo le dinamiche di potere, la paura e la sopravvivenza.

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