Garlasco, la svolta delle impronte: la difesa di Stasi punta a nuove indagini e a complici?
Il caso Garlasco, una vicenda giudiziaria che ha scosso l'Italia, potrebbe riaprirsi grazie a una nuova pista emersa dalla difesa di Alberto Stasi. Dopo la condanna nel dicembre 2015, la difesa di Stasi intende ribaltare la situazione, sostenendo che Chiara Poggi, la giovane vittima, potrebbe essere stata uccisa da più persone. L'argomentazione si basa su nuove evidenze forensi, in particolare l'analisi delle impronte digitali trovate sulla scena del crimine.
Secondo i legali di Stasi, le impronte digitali presenti nell'abitazione di Chiara non corrispondono esclusivamente a quelle di Alberto Stasi e della vittima stessa. Questa scoperta solleva seri interrogativi sulla presenza di altri individui sul luogo del delitto e suggerisce la possibilità di un coinvolgimento di complici. La difesa intende presentare queste nuove evidenze al giudice per chiedere la riapertura delle indagini e l'esame di nuovi testimoni.
La strategia difensiva: un focus sulle impronte
La difesa di Stasi ha concentrato i propri sforzi sull'analisi forense, ritenendo che le prove raccolte in precedenza siano state interpretate in modo errato. L'attenzione si è focalizzata sulle impronte digitali, considerate un elemento cruciale per ricostruire la dinamica del crimine. I periti della difesa sostengono che la presenza di impronte non attribuibili a Stasi o a Chiara Poggi indica la necessità di indagare su altre possibili persone coinvolte.
L'ipotesi di più aggressori: un cambio di rotta
L'ipotesi di un unico colpevole, Alberto Stasi, è stata messa in discussione dalla difesa, che ora sostiene la possibilità di un'azione criminale perpetrata da più persone. Questa nuova linea difensiva si basa sulla convinzione che Stasi sia stato incastrato o che abbia agito sotto costrizione. La presenza di altri aggressori spiegherebbe l'intensità della violenza subita da Chiara Poggi e la complessità della scena del crimine.
Le prossime mosse: la richiesta di nuove indagini
La difesa di Stasi si prepara a presentare una corposa documentazione al giudice, contenente le nuove analisi forensi e le motivazioni per chiedere la riapertura delle indagini. L'obiettivo è quello di dimostrare che le prove raccolte in precedenza non sono sufficienti a condannare Stasi e che è necessario approfondire le indagini per accertare la verità. La richiesta di nuove indagini potrebbe portare a nuovi interrogatori, all'esame di nuovi testimoni e alla ricerca di nuove prove che possano far luce sulla vicenda.
Il caso Garlasco è una storia complessa e dolorosa, che ha lasciato una profonda ferita nella comunità locale e nell'opinione pubblica. La nuova pista delle impronte digitali potrebbe aprire una nuova fase di indagini e portare a nuove rivelazioni sulla morte di Chiara Poggi. Resta da vedere se il giudice accoglierà la richiesta di riapertura delle indagini e se le nuove prove saranno sufficienti a ribaltare la sentenza di condanna di Alberto Stasi.